martedì 20 maggio 2014

NASA: si studia un nuovo “propulsore” spazio-temporale. Le anticipazioni di Bob Lazar

Come raggiungere i lontani pianeti extrasolari. Allo studio della NASA un nuovo “propulsore” spazio-temporale in grado di annullare ogni distanza e durata del tempo di viaggio.  Le anticipazioni di Bob Lazar, lo scienziato che rivelò il segreto della propulsione dell’UFO di Roswell.  E se fosse vero quanto dichiarò il presunto crononauta John Titor?

L’astronave Enterprise di “Star Trek” , l’omonima serie cinematografica ideata da Gene Roddenberry per la tv americana

La NASA alla conquista delle stelle
Dopo i numerosi successi nel campo delle conquiste spaziali, adesso la NASA si trova a sviluppare piani di insediamento umano sulla Luna e sta preparando un viaggio sino a Marte. Ma il suo progetto più ambizioso rimane quello di voler conquistare anche lo spazio interstellare e far raggiungere da una delle sue navi spaziali le più vicine stelle.
Ma nonostante lo sviluppo scientifico di questi ultimi anni la NASA si trova di fronte alla difficoltà tecnologica di estendere i suoi progetti di esplorazione interstellare per via delle enormi distanze esistenti tra la Terra e gli altri corpi celesti.
Il fisico italiano Enrico Fermi ebbe a dichiarare negli anni ’50, molto ingenuamente, che erano proprio le grandi distanze interstellari a rappresentare una barriera insormontabile per l’esplorazione spaziale. Il fatto che sulla Terra non fossero mai giunte dallo spazio creature aliene in esplorazione, dato che la Terra era troppo difficile da raggiungere, costituiva una conferma alla sua affermazione.
Ignorava, nel suo tempo, la pletora di documenti su avvistamenti e atterraggi di oggetti non identificati che i governi francesi, russi e inglesi conservavano da anni nei loro archivi segreti e che solo recentemente si sono apprestati a rivelare. Ultimi quelli del transfuga ex agente della CIA, Snowden, che ha rivelato quanto era contenuto negli archivi segreti degli USA.
Nonostante la possibile barriera costituita dalle distanze interstellari, la scoperta di nuovi pianeti extrasolari ha tuttavia stimolato l’attenzione degli scienziati della NASA sulla realizzazione di nuovi propulsori in grado di superarla.
Una delle scoperte astronomiche più recenti, che ha scosso l’opinione pubblica mondiale, ha riguardato il caso del pianeta Kepler 186f, un vero e proprio gemello della Terra più o meno grande come essa. Si trova a circa 500 anni luce, nella costellazione del Cigno, ed è il primo esopianeta a trovarsi nella “zona di abitabile” intorno ad una stella che significa la posizione ottimale per cui possano comparire forme di vita paragonabili a quelle del nostro pianeta.
Gli astronomi autori della scoperta ipotizzano che sul pianeta extrasolare possano esistere grandi continenti ricoperti da immense foreste, circondati da vasti oceani.
La scoperta del pianeta extrasolare è avvenuta nell’aprile 2014 grazie al lavoro di due telescopi, tra i più grandi del pianeta, entrambi installati sulla cima del Mauna Kea alle isole Hawaii. Il primo, Gemini Nord, è un telescopio riflettore da 8 metri di diametro, mentre il secondo è il riflettore Keck II da 10 metri di diametro.

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