martedì 19 aprile 2016

Se hai sangue RH negativo discendi dai Nephilim








E’ possibile, come alcuni ricercatori sostengono, che il sangue Rh negativo sia collegato alla antica discendenza deiNephilim, i biblici “angeli caduti”?


Creazione

A voi può sembrare molto strano. ma alcuni ricercatori ritengono che il sangue RH negativo, un fattore così strano e misterioso, sia una traccia nel DNA umano degli antichi Dei, gli “angeli caduti” della Bibbia ed altri antichi testi, i Nephilim, una razza parallela al genere umano. Secondo questa teoria, questo gruppo sanguigno enigmatico e un po’ raro può indicare i tratti non umani nel patrimonio genetico, significa in pratica che ilsangue RH negativo è un po’ diverso da quello del DNA convenzionale dell’homo sapiens. Il ricercatore Robert Spehr fornisce ulteriori indicazioni circa l’enigma del Rh negativo: “Ci sono 612 specie di primati e sottospecie riconosciute dal IUCN e non hanno sangue RH negativo”. Secondo Sepehr, se l’umanità si fosse evoluta dal medesimo antenato africano, il loro sangue sarebbe compatibile, ma non è così, ci sono varie possibili combinazioni di compatibilità del sangue dell’essere umano (vedi tabella). Esistono vari tipi di sangue, i più comuni sono: 0+ (38%), A+ (34%) e B+ (9%), i più rari sono: AB- (1%), B- (2%), AB+ (3%). Da notare che l’84% di tutti gli esseri umani hanno sangue RH positivo, ma, stranamente, tutte le famiglie reali o di potere hanno sangue RH negativo. Da ricordare che il fattore RH nel sangue, o fattore Rhesus, è stato scoperto nel 1940 da Karl Landsteiner e Alexander S. Wiener esaminando i globuli rossi di una specie di primati, i Macacus Rhesus.

Ma chi erano i Nephilim? Secondo varie interpretazioni, la parola di origine ebraica è stata tradotta in “caduti” o “angeli caduti” o “giganti” Secondo la radice della parola aramaica “naphil”, la traduzione corretta dovrebbe essere “giganti”, ma nella stessa lingua aramaica esiste la parola “AWS” (nephila) che indica la costellazione di Orione e molti studiosi ritengono che la radice “nephil” si riferisce proprio a Orione e che “nephilim” ne sia il plurale (abitanti di Orione??). I Nephilim sono citati in vari testi antichi, tra cui anche la Bibbia. Secondo questi testi, l’appellativo Nephilim si riferisce ad un popolo creato dall’incrocio tra i “figli di Dio” (più probabilmente “degli Dei” traducendo l’ebraico “bnei ha-elohim”) e le “figlie degli uomini”. In Genesi 6 si legge: “1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie,; 2. i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta; 3 Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni”; 4 C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.

Oggi, ci sono numerosi tratti enigmatici collegati a questo raro tipo di sangue e ci sono molte domande cui i ricercatori come Spehr stanno cercando di rispondere. Da dove proviene il sangue RH negativo? E ‘possibile che, come una teoria ipotizza, l’umanità non è una razza ma una specie ibrida? Altri teorici che condividono la teoria di Spehr credono che ci siano alcuni tratti che caratterizzano gli esseri umani con sangue RH negativo: QI più alto, sensibilità, temperatura corporea più bassa, pressione sanguigna più alta, aumento dell’incidenza di capacità psichiche / intuitive, occhi prevalentemente di colore blu, verde, o nocciola, capelli rossi o rossastri, pronunciata sensibilità al calore e alla luce solare e, in alcuni casi, una vertebra supplementare.

Che effetto vi fa sapere, voi che avete sangue RH negativo, che probabilmente discendete dagli “angeli caduti” o Dei celesti? Forse non saranno i Nephilim, ma che un’altra specie (extraterrestre?) si è mischiata agli umani è una teoria fortemente supportata da molti riscontri, ma di questo, forse, non avremo mai la certezza.


Tabella compatibilità sangue

domenica 10 aprile 2016

Riscrivere la Storia, Schoch e Hancock ci provano ancora
La Storia non è quella che abbiamo studiato a scuola, i nostri libri sono ormai superati e anche le nostre più profonde convinzioni legate al passato vanno riviste. Sono i capisaldi del pensiero di una schiera di ricercatori, sempre più convinti che l’umanità abbia radici lontanissime. Per loro, lo splendore artistico dei Sumeri e la perfezione dei monumenti della piana di Giza sono il punto di arrivo- non quello di partenza. Molto tempo prima, in altre aree del mondo, sarebbe esistita una civiltà evoluta di cui sono rimaste pochissime tracce. E ora vogliono trovare ulteriori prove a sostegno della loro teoria.




IL GEOLOGO ROBERT SCHOCH
A suonare la riscossa è il geologo Robert Schoch, non nuovo ad affermazioni che hanno sconvolto l’establishment accademico. Negli anni ’90 del secolo scorso, proprio lui ha sostenuto che la Grande Sfinge egiziana non può essere stata costruita nel 2500 a.C. come dicono gli egittologi. I segni verticali di erosione sui lati del basamento dimostrano, a suo dire, la presenza di pioggia, intensa e prolungata per decenni. Ma negli ultimi 5 mila anni, il clima di Giza è sempre stato lo stesso- caldo e arido. Per trovare intense precipitazioni bisogna andare indietro nel tempo, alla fine dell’Era Glaciale. Ecco, per Schoch la Sfinge è stata costruita allora. Quando invece, per tutti gli storici, a quei tempi l’Uomo al massimo costruiva piccoli idoli di pietra e disegnava scene di caccia nelle grotte, niente più.
Insomma, idee che stravolgono l’ordine prestabilito e soprattutto quel concetto di evoluzione lineare tanto caro agli studiosi tradizionali. No, per Schoch e per gli altri come lui, la Storia procede in modo decisamente irregolare: grandi avanzamenti tecnologici sarebbero spesso seguiti da improvvisi crolli in cui tutto o quasi va perso e così le conoscenze svaniscono, per essere poi “riscoperte”, dopo secoli di buio. Una teoria interessante, ma che va dimostrata: bisogna esibire prove assolutamente inequivocabili, produrre nuove ricerche con basi scientifiche, esaminare fonti e siti, organizzare altri scavi.
Anche per questo è nato ORACUL, acronimo di Organization for the Research of Ancient Cultures , un’organizzazione no-profit il cui scopo dichiarato è studiare le antiche culture e il remoto passato ad oggi sconosciuto dell’Umanità. “Il dibattito che circonda le origini della civiltà è ancora lontano dall’essere risolto”, scrive il geologo nella pagina di presentazione del progetto. “La ricerca indipendente condotta da studiosi e professionisti nel campo delle scienze naturali ha incominciato a mettere in dubbio il racconto comunemente accettato dell’inizio della civiltà.


IL SITO DI GOBEKLI TEPE RISALIREBBE AL 10 MILA A.C.
Oggi, esiste un grande numero di prove provenienti da miriadi di campi che inducono in modo convincente a rivedere quel racconto, portando indietro di migliaia di anni la cronologia di una cultura avanzata. Osteggiati da molti studiosi ortodossi, i cui interessi sono serviti a mantenere lo status quo, gli scienziati e i professionisti coscienziosi che tentano di attirare l’attenzione su queste prove controcorrente sono spesso ignorati e ridicolizzati. Messa in difficoltà dalla mancanza di fondi, pubblicità, collegamenti, questa ricerca innovativa riguardo le antiche culture continua a languire in una relativa oscurità”, si lamenta Robert Schoch.
Ecco dunque la sua iniziativa, il cui scopo principale è raccogliere denaro e dare visibilità agli sforzi condotti dai ricercatori come lui. “ORACUL lavora per portare queste ricerche all’attenzione sia della comunità accademica che del pubblico oltre che per condurre nuove indagini sulle antiche culture. Tale ricerca pionieristica coinvolge non solo le scienze naturali, ma anche le opinioni serie e fuori dal coro in altre discipline. Raggiungerà il suo scopo focalizzandosi su tre primarie aree di attività: promozione della ricerca, pubblicazioni e attività formativa.”
Ma cosa è successo, a questa presunta civiltà che si è sviluppata in epoche lontane e alla quale nessuno storico dà credibilità? Sarebbe stata cancellata da un cataclisma di dimensioni globali, un disastro su scala planetaria che avrebbe letteralmente spazzato via quelle evolute città e i suoi abitanti. I pochi sopravvissuti avrebbero lasciato le loro terre devastate, spargendosi nei vari continenti e mescolandosi con popolazioni più primitive, alle quali avrebbero insegnato le loro conoscenze. Vi suona come qualcosa di già sentito? Effettivamente, è così: molte leggende di diversi popoli raccontano di civilizzatori arrivati da lontano, esseri superiori dotati di grande sapere, e di una catastrofe che distrusse il mondo. E ci costrinse a ripartire da zero.


GRAHAM HANCOCK A GOBEKLI TEPE
Lo sostiene nel suo ultimo libro “Il ritorno degli Dei” anche lo scrittore Graham Hancock. Pone come data cruciale il 12.800 a.C., epoca in cui alcuni geologi (contestati, tuttavia, dai loro stessi colleghi) collocano l’impatto sulla Terra di uno sciame cometario. Il Nord America, l’Europa e il Medio oriente furono colpiti da quegli enormi frammenti, del diametro di alcuni chilometri, che provocarono lo scioglimento improvviso dei ghiacci, con conseguente innalzamento dei livelli dei mari e terribili inondazioni. Ma non solo: la polvere sollevata dagli impatti e la cenere degli incendi creò una spessa coltre che oscurò a lungo il Sole, causando un drastico calo delle temperature. Questa fase geologica nota come Dryas Recente avrebbe segnato la repentina scomparsa di quella civiltà fiorita nei millenni precedenti e messo a rischio la sopravvivenza stessa della specie umana.
Il libro è come un viaggio attorno al mondo: l’autore ci porta con sé da Gobekli Tepe, in Turchia, a Gunung Padang, in Indonesia; da Baalbeek, in Libano, fino alle rovine megalitiche di Bolivia e Perù. Testimonianze dirette, secondo Hanckock, di quella civiltà misconosciuta, tracce evidenti di un passato remoto che abbiamo dimenticato. Quell’amnesia collettiva, dice, ha portato gli archeologi ad attribuire, erroneamente, quei monumenti straordinari ai popoli che sono arrivati in realtà molti secoli dopo, in epoche ormai storiche. Insomma, gli antichi li avrebbero trovati già lì, splendidi e misteriosi anche ai loro tempi.


LA TERRA DURANTE IL DRYAS RECENTE, TERMINATO NEL 9600 A.C.
Incredibile? Per l’autore, no. Se un simile disastro si ripetesse ora- e l’ipotesi per lui non è così peregrina- la nostra civiltà, così dipendente dalla tecnologia, subirebbe il tracollo. Al contrario, le tribù isolate dell’Amazzonia o della Micronesia, abituate a vivere con poco e a contatto con la natura, non avrebbero difficoltà a ripartire. Se sopravvivendo alla catastrofe arrivassimo fin lì e insegnassimo loro come perfezionare le tecniche di costruzione o come migliorare i raccolti, saremmo forse visti come esseri straordinari. Se poi raccontassimo di strumenti con i quali parlare a enorme distanza o di mezzi con i quali volare nel cielo, diventeremmo addirittura creature leggendarie. Ciò che sembra assurdo agli storici odierni, afferma Hancock, potrebbe essere veramente accaduto.

SABRINA PIERAGOSTINI

giovedì 17 luglio 2014

La Storia Di Maurizio Cavallo

Maurizio Cavallo
Maurizio Cavallo, persona molto sensibile e schiva, in una notte come tante si ritrovò catapultato ai margini della realtà, condotto sull'orlo della follia, in una diversa concezione e percezione dello spazio e del tempo. Quella sera Maurizio conobbe i Signori delle stelle, gli antichi guardiani, i Creatori d'ancestrale memoria. Lì una parte di lui morì...quella parte che racchiude il sapere relativo, estraneo all'assoluta consapevolezza...lontano dagli schemi rassicuranti della geometria euclidea, assai più in là della famigliare consapevolezza del bene e del male. 


Un delirio che per lui durò undici anni, una lenta agonia...per un inesorabile mutamento di coscienza. 


Quella notte di fine estate, Maurizio, dopo una serata con degli amici in pizzeria e un giro in macchia tra le stradine di collina, si ritrovò a giungere con gli stessi in una radura e appena smontati dalle vetture, apparve un bolide di fuoco squarciare il cielo, una sfera di fuoco apparsa dal nulla. Rimasero tutti attoniti nell'osservare le bizzarre evoluzioni di quella "cosa", che con una rapida manovra d'avvicinamento si inoltrò nel bosco di pioppi irraggiando tutto con una smorzata tonalità rosso-arancio.




Vercelli Giugno 2005



Maurizio e i suoi amici sorpresi ed eccitati dall'accaduto, decisero di andare a vedere lì dove la sfera di luce sparì nel bosco. Ma era talmente fitto, che alla fine ci rinunciarono. Subito dopo, tornando verso le auto e poi a casa, non fecero altro che parlare dello strano evento, ipotizzando le più disparate congetture. Quando Maurizio si separò dai suoi amici erano più o meno le 23-23,30, e si accorse di stare poco bene. Provava capogiri ed improvvise vampate che gli salivano dallo stomaco, malesseri che impiegarono ben poco tempo per diffondersi con straordinaria intensità. Maurizio si sdraiò nel letto in preda all'angoscia. Sentiva freddo, e sudava incessantemente. Andò in bagno più volte per lenire con l'acqua le sue agonie, tentando anche di vomitare - visto che pensava di essere soggetto ad un disturbo di tipo alimentare -. La casa era di un silenzio inquietante...tutto era attutito, fin che Maurizio non urtò un bicchiere, lo vide cadere con una lentezza esasperante, nel cadere esplose in mille schegge brillanti, ma non udì il tonfo che inesorabilmente avrebbe dovuto produrre. In casa dominava un silenzio angosciante, contornato da ombre ovattate trasudare tra i muri. Fuori casa vigeva lo stesso silenzio. Era l'una passata, Maurizio ormai febbricitante tentava in vano di addormentarsi. Sentiva che qualcosa non andava, non connetteva più, così decise di lottare contro coloro che insinuavano la sua mente: qualcosa o qualcuno gli ordinava di vestirsi e uscire in macchina per recarsi su per la collina. Delle forze a lui estranee lo inducevano a fare ciò che lui non avrebbe voluto, ma nonostante cercasse di opporsi si ritrovò in macchina, col motore già avviato, e poi verso le tortuose strade di collina. Maurizio era terrorizzato, ed in uno stato psicofisico pietoso. Dopo un po', tra un nugolo di pensieri confusi, Maurizio si ricordò di essere senza benzina. Come per risposta la vettura si spense, e lo lasciò nel buio più totale. Uscito dalla macchina prese a fuggire nell'oscurità della notte verso la città. Resosi ulteriormente conto di non stare in piedi, decise di recarsi presso la guardia medica; ma aveva dimenticato che opporsi agli invisibili era inutile e doloroso. Fitte lancinanti gli divorarono il cervello, come per ordine, l'imposizione di proseguire verso la radura della sera precedente; Maurizio sconfitto ed avvilito andò avanti. Raggiunta la radura, in essa vigeva lo stesso silenzio innaturale ed opprimente. L'atmosfera era rarefatta e immobile, proprio come aveva avvertito in casa qualche ora prima. Non sapeva che ora fosse, l'oscurità della notte gli rendeva impossibile leggere l'orologio. Basandosi sull'ipotetico tempo trascorso tra l'uscita di casa ed il raggiungere la radura a piedi, realizzò che forse erano le 4 di mattina.

Nave Clariana ripresa sul fiume Po, ottobre del 1994
Poi accadde ciò che supera l'immaginazione, quanto di più spaventoso e assurdo la mente umana possa concepire. All'improvviso apparve: enorme, incombente. Una sfera di fuoco vorticoso, sfavillante lo sovrastò; all'interno Maurizio scorgeva un corpo di colore più chiaro, argentato. Ad un tratto si sentì volteggiare, attirato verso l'alto. Era in preda alla più totale disperazione...e ormai rassegnato s'arrese all'inevitabile. Un ronzio sentiva appena, che nel silenzio si fece strada tra le sue orecchie. Gli occhi sudati, accecati da una luce trasparente, quasi viva. Gli sembrava d'esser dentro ad una campana di vetro, attraverso la quale si scorgeva un ambiente incredibilmente vasto - in paragone con il diametro che appariva all'esterno (di circa 15 o 20 metri) -. Abnorme, spoglio, quasi senza limiti. Maurizio scorgeva soltanto una serie di pannelli organizzati verso tutta la circonferenza dell'astronave. Essi partivano da circa un metro dal pavimento color verde smeraldo, convergendo degradanti verso il soffitto semicircolare. In ogni dove una pulsazione di luce emanante colori tenui che andavano dal violetto, all'azzurro metallico. Gli parve d'esser dentro una creatura biologica. La sua immobilità gli rendeva impossibile scorgere il resto alle sue spalle. Ad un tratto il ronzio nelle sue orecchie crebbe d'intensità, una voce s'inoltrò nella sua mente: gli disse di non temere nulla, poiché non gli sarebbe fatto alcun male. Il suo cuore pulsava incessantemente insieme al pulsare delle stelle, si sentiva dilatato verso emulsioni di luce sfavillante, nel mezzo del sapere dell'intero universo. Sapeva...era come se sapesse tutto, nulla più era un segreto per lui. La sua coscienza era in espansione impadronendosi di un sapere atavico, terribile. Ad un tratto Maurizio notò una voce che gli parve venire dalle profondità degli abissi, tra gli albori delle galassie. "Non aver paura", ripeteva la voce. Il ronzio s'intensificò ulteriormente, modificando i toni bassi in echi striduli, laceranti, provocandogli nausea misto a urla senza suono. Quando il rumore raggiunse livelli insopportabili, Maurizio nel chiudere gli occhi si sentì cadere, precipitare velocemente verso il basso. Poi ad un tratto tutto si placò. Attonito Maurizio scorse attraverso le palpebre socchiuse e doloranti, un paesaggio fiabesco: irreali costruzioni dalle strane forme, dall'architettura tondeggiante e monolitica, svettare a perdita d'occhio. Emanavano una luce calda, tra il giallo e l'arancione. Oggetti inconsueti galleggiavano in uno spiazzo circolare. Ma sopra ogni cosa, lo impressionò un edificio che dominava su tutto. Appariva come una conchiglia rovesciata. Maurizio nel fare qualche passo titubante, si voltò incredulo, e vide l'astronave con cui lo avevano rapito: non era più pulsante, ed avvolta dalle fiamme. Ora assomigliava ad una gemma tondeggiante che andava assottigliandosi ai bordi.




Ricognitore Clariano in evoluzione.
A sinistra: Vinzaglio Agosto 1988 
A destra: foto ripresa nel Massiccio dell'Estérel - Francia Maggio 2005.
In evidenza la differenza di densità tra i velivoli per cambiamento dimensionale degli stessi.



Non sentiva più alcun dolore. Avvertì un odore pungente, un misto d'erba bagnata e salsedine. Tra una ridda di sensazioni contrastanti, Maurizio sentì nuovamente ripresentarsi quel senso di vertigini, precedute da una voce: " Benvenuto, figlio di Sahrahs, il mio nome è Chama e provengo da Clarion ". Quella voce aveva lo straordinario potere di creare a Maurizio delle visioni nella sua mente. Tramite proiezione olografica, vide Clarion: un pianeta di un azzurro cristallo e mimosa. Maurizio sorvolò verso il pianeta costeggiando alte vette, oceani e foreste incontaminate. Sempre tramite immagini indotte, Maurizio apprese che Clarion, nell'idioma alieno significa "splendore", appartenente ad un sistema binario nella terza galassia. Esso dista 150 mila anni luce dal nostro mondo, spazio che i Clariani per giungere sino a noi, impiegano 72 - 73 dei nostri giorni Terrestri. Loro viaggiano attraverso ciò che noi definiamo una sorta di corridoi magneto-temporali.

Ricognitori Clariani penetrano nell'atmosfera terrestre da un varco dimensionale. Vercelli - Aprile 1988

Ad un tratto, a pochi metri dall'astronave, comparvero due figure. Una delle due si avvicinò, e illuminato in volto, finalmente Maurizio lo poté vedere chiaramente: aveva fattezze umane, e sembrava scivolasse piuttosto che camminare. Era alto, atletico, portava in viso i tratti somatici dell'indio preincaico. Egli alzò il braccio destro - gesto che Maurizio ansiosamente interpretò come un saluto -, e si insinuò nuovamente nella mente di Maurizio: "non avere paura", questo comunicava Chama. Poi Maurizio seppe che doveva seguirlo e si avviarono verso le insolite costruzioni. Solo allora Maurizio si accorse che in quel mondo non esistevano zone d'ombra: tutto era illuminato, come se la luce sgorgasse dalla materia stessa. Si avviarono affiancati verso un tunnel che li separava dalle strutture. Lo stesso era contornato da una strana vegetazione, che celava qualsiasi cosa ci fosse oltre, al disopra ed intorno. Quando furono davanti all'edificio a forma di conchiglia rovesciata, Chama precedette Maurizio e gli fece segno di seguirlo. Maurizio titubante fece due passi. 

Alcune foto 
di Clariani che Maurizio
incontrerà in seguito: 
Suell, Jairha, Nytirha
Chama nel cogliere la riluttanza, l'indecisione e l'indifferenza, fece eco nel suo cervello con la sua voce: "non hai da temere nulla". Maurizio sentiva le tempie pulsare mentre gli appariva chiara la situazione: forse sarebbe uscito da questo incubo, solo se questi esseri lo avessero voluto. La situazione per Maurizio era ormai drammatica. Si sentiva stanco. Arrivati dentro l'edificio, si avviarono verso l'enorme salone circolare. Esseri dai capelli bianchi e pelle molto chiara, vestiti con lunghi abiti fluenti e diversamente colorati, fissavano Maurizio con occhi immobili e penetranti. Essi l'indussero a guardare verso un monolito tondeggiante al centro di un tavolo rettangolare. Subito dopo inoltrarono con immagini e suoni la mente di Maurizio: vide la sua vita scorrere velocissimamente. Comprese di trovarsi in una delle loro basi sotterranee sul nostro pianeta, situata nel cuore dell'Amazzonia. Maurizio così apprese che egli osservavano da tempo l'evoluzione della razza umana. Gli dissero di essere i "Guardiani del Mondo", appartenenti ad una Federazione Intergalattica, che unisce differenti specie e popoli stellari differenti. Il loro scopo è preservare la vita. Alcuni di essi sono i "Creatori" che diedero vita alla stessa razza umana sul pianeta, innestando il codice genetico primordiale, modificando le strutture biologiche, creando la vita stessa nelle sue più disparate forme e sostanze. Maurizio attonito nel vedere e apprendere tale conoscenza, s'incominciò a chiedere il perché del suo rapimento; ma tale domanda nella sua mente non ricevette mai alcuna risposta. Nel girarsi vide Chama sorridergli nell'osservare l'immane ondata di dubbi pervadere la sua mente. Al suo fianco Maurizio ravvisava una creatura d'assoluta bellezza, la quale può essere definita solo tacendo, poiché ogni tentativo ne deturperebbe il ricordo: "Dhara". Occhi di un indefinibile azzurro dal taglio vagamente orientale e felino. Indossava un abito blu scuro simile a quelli medioevali, lungo fino a coprirgli completamente i piedi. Aveva i capelli raccolti da una singolare acconciatura e in parte sciolti sulla sinistra del viso. Maurizio notò che le figure dai bianchi capelli erano scomparse, apprese che era ora di lasciare il salone. Nel silenzio più assoluto, Maurizio seguì Chama e Dhara che lo precedevano di qualche passo. Affiancarono il salone e si diressero verso una specie di pannello in movimento. Pareva che infinite lingue di fuoco violacee lo attraversassero intersecandosi tra loro. Mentalmente indussero Maurizio a varcarlo. Una sensazione di torpore in tutto il corpo lo pervase. L'angoscia lo riprese e gli strinse la gola. Si sentiva precipitare in un tunnel senza fine tra una pletora di colori saettanti. Subito dopo si ritrovò sdraiato in un prato. Il sole era alto, la sottile brezza gli portava i rumori lontani della città...

Questa è la storia di Maurizio Cavallo, il quale ha subito un abduction da parte degli esseri di Clarion. Codesto incontro non si limiterà alla esperienza della notte del 1981 raccontata poc'anzi. In seguito, Maurizio avrà altri incontri con i Clariani, i quali si faranno vivi ogni tanto nell'arco della sua vita, per parlargli di mondi remoti, preoccupati per la razza umana. In attesa che gli esseri umani si risveglino per abbracciare la loro vera natura, per guardare più in là di dove i loro occhi vedono, unendosi con l'antica meraviglia universale del Cosmo. Tra gli albori di loro stessi, scorgendo i loro sogni di ancestrale memoria, forse, un giorno, l'umanità riuscirà ad adempire il proprio destino. Forse, un giorno, sapremo di essere figli delle stelle o schegge di follia, meteore erranti dell'infinito. Forse un giorno, quando l'"Archetipo Occulto" si risveglierà, penetreremo tutti nei territori dell'assoluto là dove hanno iniziato i sogni e le Galassie. E lì, perderemo noi stessi, si dissolveranno i dubbi e le paure, le domande e i mille perché che così a lungo avevano angosciato e ferito il cuore e la mente degli uomini. Forse un giorno, cammineremo tra i sogni d'inenarrabile bellezza e ci renderemo conto, che la bellezza della vita risiede nelle ali del mistero e il fascino della morte nel cuore della sua incorruttibilità.




Fonte: Archive

lunedì 14 luglio 2014

PROVE SCIENTIFICHE DIMOSTRANO LA MUTAZIONE DEL NOSTRO DNA




Immaginate di essere in grado di attivare il vostro dormiente DNA ‘spazzatura’? In recenti ricerche, scienziati e genetisti hanno scoperto tre e quattro filamenti di DNA nelle cellule umane, mentre alcuni genetisti credono che potremmo presto osservare il DNA trasformarsi con 12 filamenti.


Per coloro che possono respingere questa teoria, consiglio la lettura dell’articolo intitolato “L’Evoluzione Spontanea è arrivata!” in cui si racconta di un bambino nato recentemente in Inghilterra con un DNA con 3 filamenti. Il caso stupisce i medici dopo aver notato il filamento extra di DNA.
Un bambino britannico è diventato la prima persona al mondo ad essere nato con un filamento in più nel suo DNA, in una condizione così rara che i medici non sanno nemmeno nominare. Alfie Clamp, del Warwickshire, nell’Inghilterra settentrionale, ha un settimo cromosoma che ha un segmento in più.

Stiamo assistendo ad un salto evolutivo

Il Dr. Berrenda Fox è un medico olistico del Centro Benessere Avalon in Mt. Shasta, California. In una intervista con Patricia Resch, il Dr. Fox ha dichiarato quanto segue:

PR: Quali sono i cambiamenti che stanno avvenendo in questo momento sul pianeta, e come ne sono colpiti i nostri corpi?


Dr. BERRENDA FOX

BF: Non ci sono stati grandi cambiamenti, o mutazioni che non si sono verificati, secondo i genetisti, dal momento che presumibilmente siamo venuti fuori dall’acqua. Diversi anni fa a Città del Messico ci fu un convegno di genetisti di tutto il mondo, e l’argomento principale era il cambiamento del DNA. Stiamo facendo un cambiamento evolutivo, ma non sappiamo in che cosa ci stiamo cambiando.

PR: Come sta cambiando il nostro DNA?

BF: Ognuno di noi ha una doppia elica del DNA. Noi stiamo trovando che ci sono altre eliche che si stanno formando. Nella doppia elica ci sono due strati di DNA arrotolati in una spirale. Mi pare di capire che staremo sviluppando dodici eliche. Durante questo periodo, che sembra essere iniziato forse 5 o 20 anni fa, siamo in uno stato di mutazione. Questa è la spiegazione scientifica. Si tratta di una mutazione della nostra specie in qualcosa per cui il risultato finale non è ancora noto.
I cambiamenti non sono noti pubblicamente, perché la comunità scientifica ritiene che potrebbe spaventare la popolazione. Tuttavia, le persone stanno cambiando a livello cellulare. Sto lavorando con tre bambini in questo momento che hanno tre eliche di DNA. La maggior parte delle persone sanno e sentono questa mutazione in corso. Molte religioni hanno parlato il cambiamento e so che avverrà in modi diversi.Sappiamo che è una mutazione positiva, anche se fisicamente, mentalmente ed emotivamente ciò può essere frainteso e ritenuto spaventoso.

PR: sono questi bambini che mostrano alcune caratteristiche diverse dagli altri bambini?

BF: Questi sono bambini che possono muovere oggetti attraverso la stanza solo concentrandosi su di loro, oppure possono riempire bicchieri d’acqua solo guardandoli. Sono telepatici. Si potrebbe quasi pensare, conoscendo questi bambini, che siano per metà angelici o sovrumani, ma non lo sono. Penso che siano quello che stiamo crescendo nel corso dei prossimi decenni.















PR: Pensi che questo accadrà a tutti noi?

BF: Sembra che la maggior parte delle persone che sono nate prima del 1940 non sono stati in grado di fare il passaggio, ma hanno avviato qualcosa nella prossima generazione che dà loro la capacità di formare un’altra elica all’interno della nostra vita. I nostri sistemi immunitari ed endocrini sono la parte più evidente di questi cambiamenti. Questo è uno dei motivi per cui lavoro nella ricerca in fase di test e nella terapia immunologica.

Alcuni adulti che ho testato in realtà hanno un’altra elica del DNA che si sta formando. Alcuni stanno anche ottenendone una terza. Queste persone stanno attraversando un sacco di grandi cambiamenti nella loro coscienza e nel loro corpo fisico, perché è tutto uno. A mio parere, la Terra e tutto quanto sia qui sta sollevando la sua vibrazione. Molti dei bambini nati recentemente hanno corpi che sono magneticamente più leggeri.






PR: Quali altri cambiamenti dovremmo aspettarci di vedere?

BF: Non ci saranno malattie, non avremo bisogno di morire. Saremo in grado di imparare le nostre lezioni, non attraverso la sofferenza, ma attraverso la gioia e l’amore. Il vecchio sistema deve sbriciolarsi, e non lo sta facendo senza mettere in piedi una grande lotta. In modo da avere attive tutte le guerre; un sacco delle terapie mediche attuali non funzionano; il governo stesso non sta funzionando.

E’ possibile che le vaccinazioni, le scie chimiche e gli OGM abbiano agito come inibitori del DNA fino a questo momento?

- l’articolo originale segue in lingua inglese al seguente link:
http://www.wakingtimes.com/2014/06/29/scientific-proof-dna-mutating/

fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/07/prove-scientifiche-dimostrano-la.html?m=1








"Gli alieni già vivono in mezzo a noi”: dichiarazione shock dell’ex ministro degli esteri cinese

Gli alieni già vivono in mezzo a noi”: dichiarazione shock dell’ex ministro degli esteri cinese. Alla scoperta dei cinesi e degli extraterrestri.
In questo periodo storico, la Cina sembra essere sulla cresta dell’onda per quanto riguarda la corsa allo spazio e la questione della vita extraterrestre. Nel 2013, seconda metà dell’anno, è prevista la missione che prevede l’installazione di un satellite orbitale attorno alla Luna, per studiarne in dettaglio la superficie, passaggio obbligato per costruire la mappa della regione in cui scenderà il primo astronauta cinese. [Un piccolo passo per un cinese, un grande balzo in avanti per tutta la Cina].


La Cina, che ha inviato il suo primo uomo nello spazio nel 2003 e compiuto la prima passeggiata spaziale nel 2008, vede il proprio programma spaziale come simbolo della sua crescente statura internazionale e una vera e propria affermazione del Partito che guida il Paese e che lo spinge con forza ad andare oltre. Anche i cinesi, infatti, vogliono andare su Marte per il 2030.


A tutto questo, bisogna aggiungere che la ricerca di vita extraterrestre e lo studio del fenomeno UFO sono materie molto apprezzate dalla comunità scientifica cinese, e debitamente riconosciute, tanto da essere oggetto sereno di dibattito pubblico e di nessun giudizio a priori. Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Izvestia, la Cina, negli ultimi anni, ha registrato un altissimo numero di casi UFO, oggetto di studio da parte dei ricercatori.








Tra loro, c’è chi tenta di stabilire una sorta di contatto con gli extraterrestri. Le attività di queste organizzazioni sono protette e patrocinate dalla Società Nazionale degli Studi Extraterrestri, fondata 25 anni fa e finanziata dal governo. Nella società sono ammessi solo scienziati e ingegneri. Inoltre, un requisito importante per farne parte è l’aver pubblicato, durante il dottorato di ricerca, almeno un articolo sul fenomeno UFO o la vita extraterrestre.


Secondo le informazioni riportate dal Canadian Nationale Newspaper, circa un terzo di tutti i membri della società sono anche membri del governo cinese. A differenza di quanto sembra avvenire in occidente, lo studio degli extraterrestri non è sistematicamente emarginato, troppo spesso vittima dei dogmi che la comunità scientifica impone a se stessa e alla ricerca in generale, anzi, sembra incoraggiata anche attraverso il lavoro di numerosi gruppi di “esopolitica” che si interessato dell’argomento.


Gli extraterrestri vivono tra gli umani?
Per quanto possa sembrare bizzarra e strana questa affermazioni alle nostre orecchie occidentali, in Cina, da diversi anni, gli scienziati affermano che gli alieni vivono tra gli umani. Uno di questi, Sun Shili, un funzionario in pensione del Ministero degli Esteri e ora presidente della Beijing UFO Research Society, ha dichiarato candidamente che gli “waixingren” (“extraterrestri” in lingua cinese) vivono in mezzo a noi. [Dichiarazione shock di Medvedev: gli alieni sono in mezzo a noi].


Nell’intervista rilasciata al notiziario russo, Sun racconta del suo primo incontro ravvicinato avventuo nel 1971, quando, durante la “rivoluzione culturale” (1966-76) fu mandato in una remota campagna per eseguire il duro lavoro della semina del riso. Un giorno, mentre lavorava nel campo, la sua attenzione fu catturata da un oggetto luminoso nel cielo che saliva e scendeva ripetutamente.


In un primo momento, Sun penso che il fenomeno fosse una sorta di dispositivo di monitoraggio concepito dai militari durante la Guerra Fredda – una deduzione ragionevole visto considerando il periodo in cui è avvenuto il fatto -. Solo molti anni più tardi, dopo aver letto tutto il materiale sugli avvistamenti UFO, capì di aver avuto un incontro ravvicinato.


Ma Sun non è l’unico nel paese a prendere gli avvistamenti sul serio. Secondo Shen Shituan, uno scienziato molto stimato, presidente della Beijing Aerospace University e presidente onorario della UFO Research Association, un’altra associazione sostenuta dal governo, vale la pena indagare su ogni caso di incontro ravvicinato.


“Alcuni di questi avvistamenti sono reali, altri sono falsi, altri ancora non sono molto chiari”, spiega Shituan. “In ogni caso, tutti questi casi vanno sempre studiati”. I cinesi sperano che la ricerca sulla vita aliena possa fornire nuove risorse tecnologiche per lo sviluppo di velivoli ad alta velocità, fonti energetiche illimitate non inquinanti e modi per accelerare la crescita dei prodotti agricoli (tutte tecnologie che risolverebbero il grave sovrappopolamento della Cina). [Ma la NASA collabora con aziende in possesso di tecnologia aliena?].


Rapimenti alieni cinesi
Anche la Cina, tra i suoi files UFO, conta alcuni casi di rapimento alieno. La storia più famosa è quella di Zhao Meng Guo, un giovane agricoltore di Wuchang, una cittadina nella provincia di Heilongjiang. Nel giugno del 1994, Zhao Guo, e altri lavoratori agricoli, mentre era impegnato con il suo lavoro, vide qualcosa di insolito nei pressi del vicino Monte Phoenix.

Meng Zhao Guo, il contadino testimone di un Incontro ravvicinato
Avvicinatosi per vedere meglio il fenomeno, il giovane agricoltore fu avvolto da un fascio di luce che lo trasportò all’interno di quello che sembrava essere un velivolo alieno. Come egli stesso racconta, fu costretto ad accoppiarsi con un essere femminile di corporatura molto robusta. “Era alta più di tre metri e aveva sei dita, ma per il resto sembrava del tutto simile ad un essere umano”, racconta Zhao Guo”. “Ho raccontato tutto a mia moglie su questa faccenda. Non si è arrabbiata molto!”.
Qualche anno dopo, nel 2003, Zhao Guo fu trasportato a Pechino per essere sottoposto ad una serie di esami psicologici e per essere sottoposto alla macchina della verità. A quanto pare, il racconto di Zhao Guo corrisponderebbe a verità. Inoltre, secondo le analisi dei medici, il giovane presentava alcune cicatrici che non potevano essere state causate da lesioni comuni i da interventi chirugici. Il povero Meng Zhao Guo, essendo un umile contadino con un grado di scolarizzazione fermo alla 5° elementare, confessò anche di non aver mai sentito parlare di UFO, nè di ufologi, prima della sua “strana” esperienza.




Il Caso di Cao Gong
Nel dicembre del 1999, Cao Gong, un uomo di mezza età residente a Pechino, dichiarò di essere stato rapito dagli alieni e di essere stato condotto fino a Qinhuangdao a bordo di un disco volante. “Sembravano esseri umani, ma avevano mani grandi e un viso molto pallido”, raccontò lo stesso Cao. “A bordo dell’astronave c’era anche una ragazza cinese che sembrava avere circa 13 anni”.
Le autorità cinesi cominciarono l’indagine sui racconti di Cao nell’aprile del 2000. Come prima cosa, Cao fu sottoposto ad una seduta di ipnosi regressiva, per aiutarlo a ricordare l’accaduto nei particolari. Poi fu portato nell’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Pechino e fu sottoposto alla macchina della verità. “In entrambi i casi, Falun Cao non ha mentito”, dichiarò Zhang Jingping, lo psicologo incaricato di condurre la ricerca sul caso. In ultimo, nel luglio del 2000, Cao fu portato nell’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Tangshan dove, con l’aiuto di poliziotti esperti in identikit, fu realizzata un’immagine digitale del viso della ragazza, sulla base della descrizione di Cao. Nel novembre del 2002, il dott. Zhang, con un gruppo di studenti dell’Università di Pechino, intraprese un viaggio a Qinhuangdao, alla ricerca della misteriosa ragazza.
“Le speranza di trovare la ragazza solo con un’immagine digitale erano veramente minime”, ricorda Zhang. Una volta arrivati nella cittadina, il gruppo cominciò la sua ricerca alla cieca tra i 400 mila abitanti di tutta la contea. “Sorprendetemene, il secondo giorno di ricerca trovammo un indizio utile. Un vecchio riconobbe l’immagine della ragazza”, continua Zhang.
“Poco dopo trovammo la ragazza e la portammo a Pechino per farla incontrare con Gong Cao, il quale la riconobbe come la ragazza che aveva visto nell’UFO”. Zhang Jingping ha speso tre anni per indagare su questo caso, uno dei più affascinanti con cui ha avuto a che fare, come lo stesso psicologo ebbe a dire.




Le associazioni ufologiche cinesi
In Cina, gli aderenti alle associazioni ufologiche sono ufficialmente circa 50 mila persone, ma le stime sul numero effettivo di persone interessate al tema è probabilmente nell’ordine di decine di milioni di individui. La rivista bimestrale più famosa sugli UFO vanta 400 mila copie vendute e le segnalazioni UFO vengono normalmente trasmesse dai notiziari nazionali e regionali, a differenza di quanto avviene in occidente.
Dalle nostre parti, i discorsi sugli UFO e la vita extraterrestre sono ancora argomenti tabù, da relegare nelle menti di chi vuole credere a tutto. La scienza dogmatica occidentale, che porta sul suo groppone secoli di razionalismo empirico che mal si adattano alla speculazione e alla novità, non riesce a collocare il fenomeno UFO, ormai acclarato e continuamente segnalato, nell’alveo delle discipline che meritano un’attenzione di tipo scientifico. Il paradigma cinese, invece, sembra di tutt’altro tono, forse anche per la relativa giovinezza culturale di tipo occidentale che il popolo cinese si trova a vivere in questo periodo storico.
“Al fine di comprendere i fenomeni UFO, abbiamo bisogno di avere una visione ampia di diverse discipline”, spiega Albert So, professore all’Università di Honk Kong, “come la matematica, la fisica, la storia, la filosofia e un’apertura mentale verso i fenomeno paranormali, cioè quei fenomeni che la scienza non è ancora in grado di spiegare”. In effetti, se i fenomeni inspiegabili non diventano oggetto di studio, come si può sperare di poterli mai comprendere?

A cura di Aldo Landolfi




Fonte: ilnavigatorecurioso

domenica 13 luglio 2014

Mauro Biglino e gli Elohim venuti dal cielo


“Quelli là”. Li chiama proprio così, Mauro Biglino, gli dei che i libri antichi hanno tramandato fino a noi. Nei testi vedici, nell’epica mesopotamica, nella poesia greca, nella Bibbia, riconosce gli stessi protagonisti: individui arrivati da un altro mondo, per dominare il nostro. Esseri assai avanzati dal punto di vista tecnologico, ma per nulla spirituali. Anzi. Fin troppo materiali, iracondi, vendicativi, passionali, gelosi. Tutto, fuorché entità trascendenti.


Mauro Biglino



LO STUDIOSO DI STORIA DELLE RELIGIONI MAURO BIGLINO
Biglino ha espresso queste sue teorie nei vari saggi che ha scritto fino ad oggi: “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia”, “Il Dio alieno della Bibbia”, “Non c’è creazione nella Bibbia”, e l’ultimo, ”La Bibbia non è un libro sacro.” Teorie che ripete nelle sue conferenze, in giro per l’Italia, sempre affollatissime. Le ha elaborate traducendo il Codice di Leningrado, scritto in ebraico masoretico: da questa pergamena, risalente all’XI secolo, derivano tutte le Bibbie che noi abbiamo in casa. Scartando le interpretazioni teologiche, metaforiche, allegoriche, simboliche e concentrandosi solo su quella letterale, lo studioso è arrivato ad una conclusione scioccante: nell’Antico Testamento di Dio non c’è traccia.
“Sì esattamente, tra i tanti dubbi che ho, questa è una delle mie poche certezze: la Bibbia non parla di Dio. Quando parla di Jahwè, intende un individuo che fa parte di un gruppo di individui chiamati Elohim, guidati da uno che chiamava Eliòn. Questi individui hanno avuto un rapporto con l’umanità, ma un rapporto speciale, nel senso che se la sono un po’ fabbricata. Jahwè era uno di questi, tra l’altro anche uno dei meno importanti. Emerge insomma una realtà che è confermata dai libri sacri degli altri popoli, di tutti i continenti della Terra, che nella sostanza ci raccontano esattamente le stesse cose, ovviamente con una terminologia diversa perchè sono lingue diverse, culture diverse… Ma la realtà è sempre quella.”
Una visione sconcertante e destabilizzante, come ho avuto modo di dire più volte allo stesso autore. In sostanza, in quelle pagine che abbiamo letto e studiato più o meno tutti a catechismo, sarebbe raccontata una storia ben diversa da quella che ci hanno spiegato. A partire dalla stessa Genesi, racconto simbolico – ci hanno insegnato- di come dal nulla Dio abbia generato l’intero creato, umanità inclusa. Ma Biglino dissente in toto, in virtù dell’ etimologia del verbo ebraico utilizzato per descrivere la nascita dell’Universo.
“Creazione è un termine improprio, perchè il termine bara non ha quel significato, non soltanto nell’Antico Testamento, ma proprio come radice semitica: non significa mai creare nè tanto meno creare dal nulla. Significa intervenire su una situazione già esistente per modificarla, che è esattamente quello che hanno fatto questi signori. Cioè hanno introdotto un pezzettino del loro DNA all’interno di esseri che hanno trovato già su questo pianeta per modificarli e per renderli, per loro, utilizzabili. Ci hanno reso capaci, diciamo così, di capire ed eseguire degli ordini”, dice il ricercatore, condividendo di fatto l’idea che noi uomini- così come siamo ora- saremmo il prodotto di un intervento di ingegneria genetica. Una affermazione già sostenuta nei suoi libri da Zecharia Sitchin, sulla base di quanto descritto dai testi mesopotamici: basta sostituire il termine Annunna ( o Annunaki) con Elohim e tutto corrisponderebbe…
UNA PAGINA DEL CODICE DI LENINGRADO



UNA PAGINA DEL CODICE DI LENINGRADO
Sarebbero vari i passi “incriminati” da quali emergerebbe una realtà tutt’altro che divina di queste entità- quelli là, direbbe Mauro Biglino. Ad esempio, vengono citati i mezzi sui quali si spostavano nel cielo, con precise caratteristiche materiali: sono pesanti, metallici, lucenti e pure pericolosi. Descrizioni- al di là delle traduzioni teologiche- che sembrano coincidere con i moderni OVNI- oggetti volanti non identificati.
“Certo- conferma lo studioso delle religioni- oltre alla Genesi ci sono altri libri dell’Antico Testamento che danno indicazioni completamente diverse: penso al Libro di Ezechiele, piuttosto che al Libro di Zaccaria, in genere interpretati come allegorie e metafore, ma che al contrario sono di una chiarezza evidente. Questi libri in particolare ci raccontano degli strumenti sui quali questi signori si muovevano.”
Tutto molto inquietante. E assurdo. Ma a voler credere all’ interpretazione- letterale- del testo ebraico così come lo traduce Biglino, allora quelli lì, gli Elohim, chi erano?Se davvero si trattava di creature in carne ed ossa, da dove erano arrivate? E cosa volevano?
“Purtroppo la Bibbia non ce lo dice, ma erano sicuramente individui dotati di tecnologia superiore, inarrivabile per i tempi, forse in parte inarrivabile anche per noi. Si sono spartiti la Terra, come afferma il Libro del Deuteronomio, come ci racconta Platone nelCrizia, come ci tramandano i popoli di tutti i continenti della Terra. Insomma si sonosuddivisi il pianeta e l’hanno governato comportandosi come normali colonizzatori. Jahwè era uno di questi. Tra l’altro, Jahwè è definito dalla Bibbia “uomo di guerre”, quindi combatteva”.
Uno dei libri più noti di Mauro Biglino, non a caso, ha un titolo emblematico: “Il dio alieno della Bibbia.” Fino a poco tempo fa, a tutti coloro che gli domandavano quale ne fosse il pianeta d’origine, lo scrittore rispondeva sempre di ignorarlo e di voler parlare solo delle cose che conosceva, ovvero quelle scritte dagli autori veterotestamentari. Ma proprio da quel testo e da analogie scoperte in altre culture antiche, adesso è giunto quanto meno ad una ipotesi, per spiegare la provenienza di questa presunta stirpe didominatori extraterrestri.

Betelgeuse, la "spalla destra" del cacciatore di orione



BETELGEUSE, LA “SPALLA DESTRA” DEL CACCIATORE ORIONE
“C’è un’indicazione del termine Nephilim, un termine plurale, che indica però una razza diversa rispetto a quella degli Elohim. Il termine Nephilà al singolare, in aramaico, indica la costellazione di Orione. Questo mi fa venire in mente quello che c’è scritto nei testi vedici, dove si parla di una possibile provenienza di questi qui da una zona vicino alla stella Betelgeuse, che corrisponde alla spalla destra della costellazione di Orione, una zona che veniva chiamata Mrigashira- ovvero, testa d’antilope- perché il cacciatore Orione se la portava sulla spalla destra.
Quindi ci sarebbe una corrispondenza tra dei possibili Orioniani, diciamo così, o comunque provenienti da quella parte del cielo, indicati dal termine Nephilim, e almeno una parte di quegli altri che in Oriente dicevano provenire dalla stessa porzione di cielo. È solo un’ipotesi, ovviamente. Tra l’altro Betelgeuse- ed è una cosa molto curiosa- deriva dall’arabo Ibn al-Jawzā. Ma Beth El significa Casa di El, cioè Casa dell’Elohim. Chissà…”




Fonte: extremamente

Captati impulsi radio da un’altra galassia


Segnali dal cielo. Meglio, segnali radio- di origine al momento sconosciuta- provenienti da un’altra galassia. Non è la trama di un film di fantascienza, ma quanto registrato dalle strumentazioni astronomiche. Prima in Australia, ora a Porto Rico. E non ci sono più dubbi sul fatto che questi impulsi misteriosi arrivino proprio dallo spazio profondo.




IL RADIOTELESCOPIO DI ARECIBO
A sgomberare il campo dalla possibilità di un errore è l’articolo pubblicato il 10 luglio dalla rivista scientifica Astrophysical Journal nel quale è stata confermata l’esistenza delle cosiddette “fast radio burst” o FRB ( traducibili come “raffiche radio”o “lampi-radio”) individuate per la prima volta dal radioscopio Parkes, nel Nuovo Galles del Sud. Finora, la mancanza di risultati simili, registrati da altri osservatori, aveva fatto ipotizzare che i segnali captati dal team australiano fossero in realtà provenienti da una fonte nelle vicinanze della Terra. Ora gli studi di Arecibo escludono questa eventualità.
“Il nostro risultato è importante, perché elimina ogni dubbio sul fatto che le FRB siano di origine cosmica”, ha detto Victoria Kaspi, professoressa di astrofisica alla McGill University di Montreal e tra i responsabili del progetto di ricerca che ha portato all’ individuazione del fenomeno. “Tutti gli indizi mostrano che le onde radio siano arrivate dall’esterno della nostra galassia. Una prospettiva davvero esaltante.”
Ma cosa abbia effettivamente prodotto questi rapidissimi segnali radio è, per ora, il mistero più grande sul quale gli astrofisici si stanno confrontando. Tra le ipotesi, l’evaporazione di un buco nero, la fusione di stelle a neutroni oppure emissioni di plasma da parte di una magnetar ( ovvero un tipo di stella a neutroni dal campo magnetico estremamente potente). Tutte le possibilità restano aperte.



UNA RAFFIGURAZIONE ARTISTICA DI UNA MAGNETAR, UNA STELLA MAGNETICA
Questi insoliti e ultrarapidi impulsi sono stati scoperti il 2 novembre del 2012 dal radiotelescopio più grande e sensibile del mondo, quello appunto di Arecibo, dotato di un’antenna di oltre 300 metri. Questi lampi-radio durano solo pochi millesimi di secondo ed è molto difficile riuscire a “catturarli”. Ma il team internazionale di Arecibo ha confermato le stime precedenti secondo le quali queste strane raffiche cosmiche si verificano 10 mila volte al giorno nell’intera volta celeste. Questo sorprendente numero è stato dedotto sulla base della percentuale di cielo osservato e del tempo dell’osservazione.
“La brillantezza, la durata dell’evento e la percentuale dedotta della sua frequenza sono tutti coerenti con le proprietà degli impulsi di onde radio precedentemente individuati dal telescopio Parkes”, ha spiegato Laura Spitler, dottoranda alla Cornell University all’inizio dello studio ed ora ricercatrice presso il Maz Planck Institut, in Germania.
Il cosiddetto “effetto di dispersione del plasma” fa pensare che quei segnali improvvisi provengano da un punto al di là della Via Lattea. Gli impulsi che attraversano il cosmo, infatti, sono distinguibili dalle interferenze prodotte dall’uomo per effetto degli elettroni interstellari, che fanno sì che le onde radio viaggino più lentamente a radiofrequenze inferiori. E le esplosioni registrate dalle strumentazioni di Arecibo hanno tre volte la misura massima di dispersione che ci si attenderebbe da una fonte interna alla galassia.



IL PUNTO NEL QUALE SONO STATI CAPTATI I SEGNALI RADIO
La ricerca però è appena all’inizio. Altri telescopi verranno presto coinvolti nell’indagine, per cercare di rilevare i fast radio burst in altri punti dell’universo e tentare così di identificarne la natura e la provenienza. Quelli attualmente in costruzione in Australia e Sudafrica, tanto come il CHIME in Canada, hanno la capacità di captare questi impercettibili segnali. Gli astronomi puntano molto su queste nuove strumentazioni, per arrivare a capire cosa si nasconda dietro a questo strano fenomeno cosmico.




Fonte: extremamente